Perché muoiono sempre più VIP?

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Con la scomparsa degli ultimi VIP – da Bowie e Umberto Eco – qualcuno si sta chiedendo come mai stia vertiginosamente aumentando il numero di decessi eccellenti. Si potrebbe rispondere che, come al solito, si tratta di un’errata percezione di una normale distribuzione statistica, invece il numero di addii celebri sta effettivamente aumentando. L’editor della sezione necrologi della BBC, Nick Serpell, ha scoperto che i necrologi pubblicati nel 2015 erano il doppio di quelli del 2014, e quelli dei primi mesi del 2016 erano erano il doppio di quelli dei primi mesi del 2015.

Il motivo? I VIP che ci lasciano ora, salvo rare eccezioni, sono quelli esplosi tra gli anni Sessanta e Settanta. Ma facciamo un passo indietro: negli anni Cinquanta e negli anni Sessanta, quando si diffuse la televisione, iniziò l’era della comunicazione di massa e il numero di persone celebri crebbe esponenzialmente. Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta ci fu l’esplosione del pop e il numero di artisti noti al grande pubblico esplose. Quegli artisti, che allora avevano vent’anni, ci stanno lasciando.

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È quindi statisticamente dimostrato che le morti dei VIP sono di più, ma soprattutto non sono colpa di Aaron Ramsey (il giocatore dell’Arsenal i cui gol corrispondono di solito a un lutto eccellente).

Le spiagge sono più affollate nei giorni di sole

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Alcuni ricercatori australiani della School of Physical, Environmental and Mathematical Sciences di Canberra hanno messo a punto un recente studio spettacolare: hanno scoperto che le spiagge sono più affollate quando c’è bel tempo.

Analizzando i dati di tre note spiagge australiane (Surfers Paradise Beach, Narrowneck Beach e Bondi Beach), hanno scoperto la clamorosa correlazione tra meteo e presenze. La condizione ideale è stata: assenza di pioggia, temperature alte, poco vento e onde dolci…

I ricercatori hanno anche dichiarato che il prossimo studio vorrebbero farlo d’inverno in note località sciistiche.

I trucchi per superare i test a crocette quando non sai le risposte

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William Poundstone ha scoperto un metodo scientifico per rispondere ai quiz a crocette, individuando delle tendenze comuni a tutti i test analizzati.

Per esempio sostiene che le risposte vere siano più probabili (56% dei casi) di quelle false. Il cambio di risposta è più probabile (63%) di due risposte uguali vicine. Si è portati a pensare che la risposta centrale sia probabilisticamente quella più corretta, ma non è vero.

Poi, risposte a cui nessun dà credito, come “nessuna di quelle elencate sopra” o “tutte quelle elencate sopra” si sono rivelate giuste nel 52% dei casi.

Altra verità: le combinazioni di risposte giuste non si ripetono quasi mai. Questo vuol dire che se conosci alcune risposte, basta cambiare scherma per le altre.

Altra notazione interessante: le risposte più lunghe hanno ottime possibilità di essere corrette: quasi nessuno spreca tempo ad articolare risposte sbagliate.

In ogni caso lo studioso sostiene che il modo più sicuro per dare le risposte corrette è conoscere la materia in questione: “None of these methods can replace preparation, of course”. Elementary, Mr Poundstone.