L’uomo più felice del mondo

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Si chiama Matthieu Ricard (nella foto), è un ex biologo molecolare e ora è un monaco buddista. Ma soprattutto, è la scienza a certificarlo, è l’uomo più felice del mondo.

Alcuni scienziati hanno disposto 256 sensori sul suo cranio e disposto in un toner funzionale di risonanza magnetica per monitorare la sua mente e misurare le reazioni del cervello a stress, rabbia, depressione così come a soddisfazione, gioia, stabilità interiore. Come si legge sulla pagina Wikipedia a lui dedicata: “I risultati hanno mostrato un livello elevato di attività mai registrato prima nella zona del cervello connessa con l’ emozione positiva”.

È talmente felice che è diventato uno «scienziato della felicità»: gira il mondo per spiegare che “La felicità autentica è uno stato mentale che rende capaci di gestire gli stati emozionali di gioia e di dolore allo stesso modo. Come il fondo del mare che resta uguale anche se la superficie si increspa”.

Giuseppe Cicero disse: “La felicità è in ognuno di noi. Basta non cercarla”.

Bere e fare sesso sono meglio che fare le pulizie e lavorare

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Secondo un recente studio condotto presso la University of Canterbury (e ripreso dal Time e da Giornalettismo) gli esseri umani preferiscono ubriacarsi in compagnia e fare l’amore piuttosto che fare le faccende domestiche o recarsi al lavoro.

Gli scienziati neozelandesi sono giunti a questa sconcertante conclusione grazie a degli SMS. In particolare Carsten Grimm, titolare dello studio, ha inviato tre messaggi al giorno al campione: chiedeva quali fossero le emozioni nello svolgere le attività quotidiane.

Ecco le evidenze raccolte da Grimm: “Le persone hanno riferito di essere più felici in assoluto quando facevano sesso”Grimm ha poi stilato una classifica delle attività preferite dal campione. Dopo il sesso, viene festeggiare e bere. A seguire attività religiose e parchetto coi figli. Lavorare e studiare erano in fondo alla graduatoria, insieme a “fare le faccende domestiche”. Strano.

Se leggi sei più felice (e t’incazzi di meno)

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Anche se pochi leggono (nel 2014 il 58,6% degli italiani non ha nemmeno sfiorato un libro), i libri danno la felicità. Questa l’evidenza di un recente studio chiamato opportunamente “La felicità di leggere“, commissionato da GeMS (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) in occasione del decimo compleanno e realizzato da Cesmer (Centro di studi su mercati e relazioni industriali dell’Università di Roma Tre).

Per farla breve, la ricerca, anche usando tre scale differenti (scala di Veenhoven, scala di Cantril e scala di Diener e Biswas-Diener), ha dato sempre lo stesso esito: chi legge è più felice, prova una gamma più ampia di sensazioni positive e minore di sensazioni negative e riesce a contenere la rabbia con più efficacia.

La ricerca ha individuato anche un graduatoria delle attività più importanti del tempo libero:

  1. esercizio fisico e sport
  2. ascolto della musica
  3. attività culturali (mostre, teatro, concerti…)
  4. lettura
  5. informazione attraverso giornali o siti news
  6. videogame
  7. andare al cinema
  8. navigare in rete
  9. stare sui social media
  10. guardare la televisione

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Mi piace l’idea di chiudere con un frase del compianto Umberto Eco: Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”.

Il mare ci rende felici

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Uno studio citato nel libro di Wallace J. Nichols “Blue Mind” rivela che il mare fa bene al cervello, ci rende felici. Per cinque motivi:

  1. il colore blu dà sollievo (a quanto pare è anche il colore preferito del mondo);
  2. stare lungo la costa rilassa (in realtà basterebbe anche solo guardare immagini del mare);
  3. guardare paesaggi marini ringiovanisce le menti stanche e fa rendere di più;
  4. le persone sono più serene quando stanno all’aria aperta, ma sono più felici del 5,2% quando si trovavano vicino a un corso d’acqua.
  5. l’acqua ci riporta al nostro stato naturale, del resto il corpo è composto per il 75% da liquidi.

Karen Blixen l’aveva capito tempo fa: “La cura per ogni cosa è l’acqua salata: sudore, lacrime, o il mare”.

La felicità secondo la scienza

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Volete essere felici? È la scienza a dirvi come fare. Ce n’è per tutti i gusti.

Uno studio di Matthew Killingsworth e Daniel Gilbert dice che bisogna focalizzarsi sul presente. Peccato l’abbia detto tempo fa.

Un altro studio, stavolta di John Ratey, dice che per essere felici bisogna muoversi, che lo sport è come il Prozac. Pare l’abbia annunciato correndo.

Richard Davidson sostiene che il segreto stia nell’essere gentili. L’ha comunicato ufficialmente in una conferenza stampa, insultando i giornalisti.

Interessante la conclusione dello studio di Amit Kumar: per essere felici bisogna spendere in esperienze, non in beni materiali. Per esempio? Viaggiare. Anzi, gli scienziati sostengono che progettare un viaggio è quasi meglio che viaggiare. A logica basterebbe progettare, quindi, risparmiando.

Secondo uno studio condotto ad Harvard, infine, bisogna praticare la gratitudine. E grazie, verrebbe da dire.

Contrariamente a quanto si pensasse finora, non risulta che la felicità sia un “bicchiere di vino con un panino”

Le coppie felici parlano di feci

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In un recente articolo pubblicato da Thrillist, Jeremy Glass sostiene che “Tutti dovremmo essere in grado di parlare di cacca con la persona che ci rende più felici”. I motivi? Aumentare l’intimità, divertirsi insieme.

Valeria Paglionico su FanPage però avverte: “È consigliabile non fornire dettagli troppo precisi, come ad esempio la forma, il colore, la consistenza, così da evitare di provocare disgusto nell’altro, ma confrontarsi sulla propria routine da bagno può eliminare ogni tipo di disagio e di imbarazzo presente in una storia d’amore, soprattutto quando si esce dal bagno o, peggio, quando si viene colpiti da un improvviso e fortissimo mal di pancia che può essere sconfitto solo liberandosi”.

Non risultano ancora studi scientifici ufficiali sull’argomento, se escludiamo alcuni approfondimenti sulla coprofilia di coppia. Ma lì si passa dalle parole ai fatti.