Guardare porno aumenta la fede religiosa

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Un recente studio ha indagato sulla correlazione tra porno e fede: più film hard guardi e più diventi religioso. Come l’hanno capito? Hanno costituito un campione di oltre 1.000 persone, uomini e donne, che guardano film pornografici regolarmente e hanno scoperto, monitorandoli per sei anni, che pregano di più e sono più credenti della media.

Il Journal of Sex Research ha approfondito l’argomento, definendo delle distinzioni: chi guarda porno solo due o tre volte al mese, è meno propenso a sviluppare una dimensione spirituale. Contrariamente, chi fa un uso maggiore di film hard, ha un maggiore interesse.

I ricercatori dell’Università dell’Oklahoma non si sono ancora spiegati il perché, ma tutto porta a pensare che c’entrino i sensi di colpa. Anche perché la Chiesa lo considera un peccato.

Ora bisognerebbe chiedere ai volontari che cosa provano quando un attore o un’attrice, nel momento clou, gridano “Oh Dio”.

I clienti Apple sono “devoti”: la Mela è una religione

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In un celebre documentario della BBC (“Secrets of the Superbrands“) un gruppo di neuroscienziati ha ipotizzato che il cervello dei clienti Apple, veri “devoti” di quel brand, venga stimolato appositamente dalle immagini della compagnia nello stesso modo in cui il cervello dei religiose viene stimolato dalle immagini sacre.

L’apertura dell’Apple Store in Covent Garden ha attirato orde di devoti, in fila già dalle notte prima. Il personale si caricava in una sorta di “frenesia evangelica”. Nello store ci sono immagini e architetture di tipo religioso incluse nella struttura: pavimento di pietra, abbondanza di archi, piccoli “altari” con i prodotti esposti.

Studiando il cervello del redattore di World of Apple, Alex Brooks, un fanatico Apple, una squadra di neuroscienziati ha usato la risonanza magnetica per osservare le reazioni alle immagini di prodotti Apple e di prodotti di altre aziende. I risultati? Lo scan ha rivelato differenze marcate nelle reazioni di Brook ai vari prodotti. Ma soprattutto ha rivelato che le “i prodotti Apple innescano bit identici del cervello di Brook rispetto a quelli innescati da immagini religiose nei fedeli”.

Thomas Hardy disse: “Lo scopo principale della religione non è portare un uomo in paradiso, ma il paradiso nel suo cuore”. A questo punto, nelle sue tasche.

Gli atei sono più intelligenti dei credenti

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Un recente studio statunitense sostiene che esiste una relazione inversamente proporzionale tra religiosità e intelligenza: in parole povere, più sei intelligente e meno credi.

Gli psicologi hanno analizzati diversi studi storici, dal 1921 in poi. Risultati alla mano, hanno azzardato tre ipotesi.

Prima, le persone più intelligenti tendono ad essere anti-conformiste e, quindi, hanno più probabilità di “resistere al dogma religioso”; in particolare le persone intelligenti hanno una maggiore possibilità di diventare atee se crescono in comunità fortemente religiose.

Seconda, le persone intelligenti tendono a utilizzare uno stile di pensiero analitico, non amano ragionamenti non logici.

Terza, le funzioni ottemperate dalla religiosità (senso di controllo, auto-regolazione, auto-arricchimento ed il fatto di avere un’entità alla quale “connettersi emozionalmente” in caso di necessità) possono essere ottenute anche tramite l’intelligenza.

“Grazie a Dio sono ateo”, diceva Woody Allen.