L’obesità è colpa di un batterio

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Accantoniamo la scusa delle ossa grosse, non serve più: un recente studio dell’Università di Berkeley, pubblicato su Biology Letters, ha dimostrato che l’obesità potrebbe avere un’origine batterica. Le temperature più fredde avrebbero contribuito a selezionare, nei corso dei secoli, lo sviluppo di una flora batterica favorevole all’accumulo di grasso.

I ricercatori hanno stilato una mappa analizzando la composizione della flora batterica di 1000 persone appartenenti a 23 popolazioni dei cinque continenti. A nord e verso est sono prevalenti i batteri del genere Firmicutes, associati all’obesità, mentre a sud prevalgono quelli del genere Bacterioidetes, legati alla magrezza.

Se la scusa delle ossa grossa e quella del batterio non funzionano, possiamo comunque usare quella di Garfield: Non è vero che sono grasso: sono sotto la mia altezza forma”.

Ogni quanto lavarsi i capelli?

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Lavarsi troppo spesso può fare più male che bene. A rivelarlo il dermatologo e direttore del Boston Medical Center’s hair clinic Lynne Goldberg: “Sembra paradossale – ha dichiaratoma la gente che lava i propri capelli troppo spesso per eliminare l’unto, provoca l’effetto contrario: gli oli naturali aumentano”.
La tesi non è nuova. Nel 2007 fu condotto una specie di esperimento quando un ospite di un programma radiofonico australiano rivelò di non lavarsi i capelli da 10 anni. Dopo diverse telefonate al programma, fu lanciata la sfida: sei settimane senza lavarsi i capelli. Aderirono 500 ascoltatori. Dopo questo mese e mezzo senza shampoo, l’86% degli intervistati ha rivelato che i capelli non erano in condizioni né migliori né peggiori di come erano quando li lavavano regolarmente.

Per tornare alla ricerca della Goldberg, ecco ogni quando dovremmo lavarci i capelli. Se il tipo di pelle è normale (non troppo grasso, né troppo secco) potremmo farci lo shampoo una, massimo due volte alla settimana; altrimenti più spesso. Lo stesso dicasi per i capelli molto fini: servono più shampoo.

C. Brandon Mitchell, dermatologo della George Washington University, rincara la dose: alle persone che hanno cute e capelli secchi basta un lavaggio ogni due settimane. Forse perché poi ci vogliono due settimane per lavarsi.

Smettere di fumare riduce la funzionalità del cervello

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Smettere bruscamente di fumare può portare a una condizione di “quasi-demenza”. Un recente studio dell’Università di Copenaghen, realizzato sfruttando le scansioni cerebrali, ha dimostrato che l’astinenza da sigarette riduce l’assorbimento di ossegeno e il flusso sanguigno del cervello fino al 17%. Quando si ricomincia a fumare, l’attività celebrale aumenta.
Va detto che il cervello si adatta rapidamente e l’effetto scompare dopo un po’. Per questo bisogna smettere gradualmente.
Mark Twain disse: “Smettere di fumare è la cosa più facile al mondo. Lo so perché l’ho fatto migliaia di volte”.

Curare i calcoli renali? Sesso tre volte a settimana

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Un recente studio del Dipartimento di Urologia del Clinic of Ankara Training and Research Hospital, intitolato “Can Sexual Intercourse Be an Alternative Therapy for Distal Ureteral Stones? A Prospective, Randomized, Controlled Study”, ha rivelato che il sesso può rivelarsi un’ottima terapia anche per la cura dei calcoli renali.

Studiando il movimento dei calcoli verso l’uretra, i ricercatori hanno analizzato tre gruppi di volontari: il primo ha fatto sesso dalle tre alle quattro volte la settimana, il secondo ha assunto un farmaco che si usa per agevolare il transito urinario allargando la prostata, il terzo era il gruppo di controllo (terapia sintomatica).

I dati raccolti: dopo due settimane l’84%, del gruppo 1 e il 48%, avevano espulso da soli i calcoli, 35% nel gruppo 3. Dopo 4 settimane le percentuali erano queste: 93,5% per il gruppo 1, 81% per il gruppo 2, 78% per il gruppo 3.

Si dice che il sesso non richieda calcoli. È vero il contrario.

Non fatevi la doccia tutti i giorni!

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A detta del Dr. Joshua Zeichner, professore di dermatologia al Mount Sinai Hospital di New York, non c’è un numero giusto di docce da farsi. Quel che percepiamo come odore del corpo dipende da fenomeni culturali.

Sicuro è che lavarsi troppo fa male. A detta dello stesso Zeichner, l’acqua calda della doccia, alla lunga, può seccare e irritare la pelle, spazzando via anche i batteri positivi, fino a causare infezioni. Lo studioso suggerisce di fare una doccia ogni due giorni, ma di lavarsi comunque quotidianamente in punti cruciali: viso, ascelle, genitali, sedere e piedi. Ultima curiosità: creme idratanti e prodotti “skin care” utilizzati per reidratare il corpo contribuiscono, in realtà, a sporcare più velocemente la cute. Anche i capelli andrebbero lavati senza shampoo o prodotti chimici.

Sarà, ma se vi fate la doccia un giorno sì e uno no, incontriamoci nel giorno sì.

Cantare in coro fa bene

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Il canto corale promuove il benessere fisico. Recenti studi scientifici hanno rivelato, infatti, che il canto potenzia le difese immunitarie e solleva l’umore.

I ricercatori del Tenovus Cancer Care e del Royal College of Music hanno analizzato i campioni di saliva di 193 coristi dopo un’esecuzione, rilevando una diminuzione dei livelli di cortisolo e grandi quantità di citochine infiammatorie. I bassi livelli di infiammazione spiegherebbero il miglioramento dell’umore. Cantare potrebbe essere utile anche ai malati di tumore.

Leopold Fechtner diceva: “L’opera lirica è un posto dove un uomo viene pugnalato e, invece di morire, canta”. Forse canta per guarire.

Bisogna dormire al freddo

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Recenti studi scientifici rivelano che la notte bisogna dormire al freddo. Non all’addiaccio in inverno, bensì in una stanza con temperatura tra i 15 e i 19 gradi. Questo non solo per addormentarsi meglio (si raggiunge prima la temperatura ideale per il sonno) ma anche per rimanere in forma: in tal modo infatti si riducono i problemi legati al metabolismo, per esempio il diabete o altre malattie metaboliche.

Il freddo favorisce la produzione di grasso marrone (quello buono) e permette di bruciare più calorie durante il giorno. Effetto collaterale? Sembrerete più giovani: una stanza troppo calda durante la notte impedisce al corpo di raffreddarsi naturalmente, attraverso il sonno e la melatonina (noto normone anti-età).

Stanza fredda oppure dormire nudi: così si produce meno cortisone, ormone associato allo stress e all’aumento di peso.

Nudi, dicono gli scienziati, magari con qualcuno altrettanto nudo (il contatto delle pelli produce l’ormone ossitocina): le coppie che dormono senza vestiti pare siano le più felici.

Nessuno scampo per i freddolosi, nemmeno per quello che su Twitter una volta scrisse: “Fa così freddo che se vedo una donna nuda la rivesto”.

I letti sfatti fanno bene alla salute

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Non rifare il letto può fare più bene che male. A dimostrarlo è stato un recente studio della Kingston university di Londra a cura del ricercatore Stephen Pretlove. Nel dettaglio si è dimostrato che i dannosissimi acari si contrastino così, lasciando il letto scoperto con le lenzuola in disordine. Gli artropodi beneficiano dell’umidità, che in questo modo evapora da lenzuola, coperte, cuscini e materassi. È per questo che l’umidità in una camera non dovrebbe mai superare il 55%.

Del resto un letto sfatto è anche un’opera d’arte. Non è un’esagerazione: alla Tate di Londra è stata esposta l’opera My Bed di Tracey Emin.

I belli si ammalano meno dei brutti

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Un recente studio condotto dalla University of Cincinnati e pubblicato su Evolution And Human Behaviour ha certificato che i belli sono fortunati. Non solo perché hanno molte strade spianate, socialmente parlando, ma anche perché si ammalano meno, per esempio di acufene, asma, diabete, pressione alta, colesterolo alto e depressione. Inoltre vengono diagnosticate loro meno malattie mentali.

Le indagini, basate su un campione di 15mila uomini e donne tra i 24 e i 35 anni (seguiti da quando ne avevano dieci), hanno dato un esito incontrovertibile: i più attraenti erano quelli più in salute (bellezza = buon DNA).

A questo punto, come diceva Lily Brown, “la consolazione dei brutti è la speranza che i belli non siano molto intelligenti”.

La medicina è maschilista

Sick woman.

Due farmaci su tre sono testati sugli uomini e funzionano male sulle donne. Un recente studio della Sifo (la società italiana di farmacologia) spiega che le sperimentazioni dei farmaci che arruolano anche le donne sono circa il 30%.

Quasi tutti i farmaci vengono testati su maschi giovani di 70 chili. Perché? Sperimentare sulle donne costa molto di più. Eppure altri studi hanno mostrato che, per esempio, l’aspirina protegge l’uomo dall’infarto, ma non le donne.

Va detto anche che un uomo agonizzante sul letto di morte ha bisogno di ben altro farmaco rispetto alle donne: spesso un antinfluenzale basta e avanza.