Le tre ragioni per cui è meglio essere single

recenti_studi_single

Soli nel giorno di San Valentino? Passare le serate davanti alla TV col proprio gatto? Portare la mamma alla festa con i colleghi? Stereotipi: la vita dei single è meravigliosa, e lo confermano recenti studi scientifici. I motivi per cui la vita in solitaria sia meglio di quella di coppia, a detta di Bella DePaulo, psicologa dell’University of California di Santa Barbara, sarebbero (almeno) tre:

  1. Un cuore più sano. Uno studio su 9.000 persone di mezza età, durato otto anni, ha dimostrato che i problemi di cuore affliggono maggiormente gli accoppiati.
  2. Un corpo più atletico. Dei ricercatori hanno osservano oltre 13.000 uomini e donne tra i 18 e i 64 anni e hanno scoperto che quelli che non erano mai stati sposati erano più atletici, e non solo perché hanno più tempo libero.
  3. Reti sociali più forti. Chi è sposato è meno incline a coltivare le relazioni sociali con amici, familiari e vicini di casa.

Silvia Ziche disse: “Sono single per scelta. Di un altro, però”.

La barza più divertente del mondo

recenti_studi_barza

Se qualcosa fa ridere vuol dire che rispetta la seguente formula

 

E=f{Lse [n(Vi–Vf)+(D.T)]}

 

Un recente studio illustrato da Pier Luigi Amietta nel libro “Che c’è da ridere?” dimostra che [E] sono solo tre gli ingredienti che producono l’effetto divertimento.

Il primo è la differenza tra un valore iniziale e il valore finale [Vi–Vf] che viene stravolto: ciò che diverte è sempre una “caduta”, la discesa in picchiata tra una situazione e la sua “svalorizzazione” o “degradazione”. Un esempio: ci diverte il fatto che lo sbadato cada nel tombino aperto o una donna adulta vestita da Sbirulino. Più alta è la caduta, maggiore il divertimento.

Il secondo ingrediente [D] è la distanza tra ciò che ci aspettavamo e quello che ci lascia di stucco. Si parla di spiazzamento cognitivo, in pratica l’effetto sorpresa, il colpo di scena.

Perché la stessa barzelletta fa ridere se raccontata da uno bravo ed è pietosa se raccontata da noi? Perché conta il ritmo, avere i temi comici. Svalorizzazione e colpo di scena devono avvenire al momento giusto [T].

Accanto a questi tre elementi a volte c’è un altro fattore [Lse], la fisicità. Tipo la mimica in Totò. Ma anche le inflessioni vocali, i movimenti impacciati, tutto il non-verbale.

Tutti gli elementi, scrive Amietta, ci sono sempre, anche se ovviamente in diverse combinazioni.

Ma, alla fine, qual è la battuta più bella del mondo? A quanto pare lo scrittore e comico britannico Spike Milligan ha inventato la barzelletta più divertente del mondo. A rivelarlo uno studio del professor Richard Wiseman dell’Università dell’Hertfordshire, che chiese ai lettori del sito «Laughlab» di scegliere la storiella più spassosa. Questa (di Milligan, appunto):

 

Due cacciatori si trovano in un bosco del New Jersey. Improvvisamente uno dei due crolla a terra. Sembra che non respiri più e i suoi occhi sono assenti. L’amico chiama immediatamente i soccorsi al telefono. Urla: «Il mio amico è morto! È morto! Cosa posso fare?». «Cerchi di calmarsi, la prego – gli risponde l’operatore – Innanzitutto si assicuri che sia realmente morto». Un attimo di silenzio, poi si sente un colpo di fucile. «Ok. E adesso?»

A voi trovare tutti gli ingredienti della formula di Amietta.

Un terzo degli avvocati ha problemi con l’alcol

Bankkaufmann am Schreibtisch mit vielen Büchern hält lächelnd seinen Daumen hoch

Un recente studio pubblicato sulla rivista statunitense Lawyerist.com, un avvocato su tre ha problemi con l’alcool e molti altri soffrono di ansia (19%) e depressione (28%). In particolare il 36% degli avvocati intervistati ha dato risposte coerenti con un consumo pericoloso di bevande alcoliche o, addirittura, di abuso o dipendenza. Il dato fa clamore, considerando che nei medici la percentuale è del 15%.

Quale sarebbe la ragione? Sulla rivista si legge che gli avvocati devono sopportare tanto lavoro e ancor più stress, soprattutto nei primi dieci anni di carriera.

Tempo fa lessi questa notizia: “Alcol test: è nullo se non c’è l’avvocato”. Ma se c’è, è meglio se l’avvocato non lo fa, l’alcol test.

Sei disordinato? Avrai idee geniali

recenti_studi_disordine

Caos e genialità vanno a braccetto. Questa non è (solo) la scusa di chi non vuole riordinare la scrivania, c’è un recente studio scientifico a confermarlo (“Disorder Produces Creativity”). La ricerca, condotta da Kathleen Vohs della Carlson School of Management, ha riguardato 188 persone più o meno “caotiche”. Il risultato: chi aveva stanze o scrivanie disordinate, trovava le idee più fantasiose e interessanti, gli altri no.

L’idea è ormai consolidata. Ne parlava anche Steve Johnson nel suo libro “Dove nascono le grandi idee. Storia naturale dell’innovazione”: nell’opera, che si basa sui risultati di un esperimento effettuato da Robert Thatcher, emergeva il fatto che le idee hanno bisogno di “spaziare” e di entrare in contatto con altre idee perché ci sia una scintilla creativa. Per esempio, leggere contemporaneamente più libri rende più facile la nascita di nuove idee.

Paul Claudel disse: “Se l’ordine è il piacere della ragione, il disordine è la delizia dell’immaginazione”. Fidatevi della citazione a memoria: l’avevo appuntata da qualche parte, ma non la ritrovo più.

Che cosa succede al naso quando dici una bugia?

recenti_studi_pinocchio

No, non si allunga il naso, ma il naso c’entra.

Un recente studio dell’Università di Granada ha confermato il “Pinocchio Effect”. In pratica ha stabilito che, quando mentiamo, i livelli di stress aumentano a tal punto che c’è un maggior afflusso di sangue nel cervello. Per questo la punta del naso diventa più calda, anche se solitamente è fredda (una delle parti più fredde del corpo). Questo è solo uno dei metodi per capire se qualcuno mente: gli altri sono più o meno risaputi; chi mente suda di più e ha un tono stridulo, ti fissa più intensamente o fissa il nulla, digrigna i denti, tende a nascondere la bocca o sorride in modo insolito. Ma non è finita: dal punto di vista verbale fornisce dettagli irrilevanti, ripete la domanda prima di rispondere, usa molte frasi fatte. E ancora: dispone i piedi verso l’uscita.

È anche vero che, per dirla con Pavese, l’arte di vivere è l’arte di saper credere alle menzogne”.

Un bicchiere di vino ti rende più attraente

Woman with a very large glass of red wine

Un po’ di vino rende più attraenti. No, non sto dicendo che deve bere chi guarda, ma chi è guardato: un recente studio pubblicato sulla rivista Alcohol and Alcoholism e condotto dall’università di Bristol ha confermato che con un po’ di alcool in corpo si è più belli.

I ricercatori hanno fotografato 24 studenti tre volte: la prima volta sobri, la seconda dopo aver bevuto un bicchiere di vino e la terza dopo un paio di cicchetti. A un altro gruppo di persone sono state mostrate tutte le foto: quella dopo un bicchiere è risultata sempre la più gettonata. Non vale lo stesso per il doppio drink.

Perché accade? Il ricercatore Marcus Munafò, professore di psicobiologia a Bristol, ha la risposta: i lineamenti si rilassino con un po’ di alcol. Le pupille si dilatano: cosa che rende più attraenti. Il sorriso è più largo e lo sguardo più gentile. Inoltre le guance sono più rosa (indice di buona salute).

Il comico Coluche disse: “Gesù trasformava l’acqua in vino. Non mi stupisce che dodici discepoli lo seguissero dappertutto”.

Il colore più brutto del mondo

recenti_studi_pantone

Nessun colore può essere scelto a caso. La Coca Cola è rossa perché il rosso è sì il colore del pericolo e del sangue, ma anche dell’eccitazione. Il blu è il colore della fiducia (Facebook e gli altri social devono essere blu…), il verde della tranquillità (natura), l’arancione dell’amicizia (Fanta) e così via. La psicologia dei colori è una scienza ormai matura, e recenti studi scientifici sono arrivati anche a stabilire qual è il peggior colore del mondo e perché.

Un team di ricercatori australiano doveva trovare il colore che messo sui pacchetti di sigarette ne disincentivasse l’acquisto e ha stabilito, dopo uno studio che coinvolto oltre 1.000 persone, che il peggior colore del mondo è il Pantone 448 C (couchè opaco). I volontari hanno associato questo colore marroncino ai concetti di “sporco” e “morte”.

Non chiedetemi perché ma a me quel colore ricorda Equitalia.

Se lui è alto, il matrimonio dura di più

recenti_studi_sposo_alto

Se i detti popolari non sanno decidersi sul destino degli uomini alti (altezza mezza bellezza o alto, spilungone e fesso?), recenti studi scientifici hanno stabilito che l’altezza dell’uomo può essere un fattore determinante nella riuscita di un matrimonio.

Gli scienziati della Konkuk University (Corea del Sud) hanno svolto un sondaggio su 8mila coppie, ed è emerso che le mogli più felici erano quelle con i compagni più alti. Il ricercatore Kitae Sohn ha spiegato: “Le donne preferiscono gli uomini alti per una ragione evolutiva, perché si sentono più protette. Ma la passione per l’altezza scema con il passare degli anni di matrimonio”. In pratica l’effetto benefico dell’altezza è molto importante all’inizio, ma perde progressivamente valore fino ad arrivare a non contare più niente, dopo il 18esimo anno di matrimonio.

Aristotele diceva che “Per la bellezza è indispensabile un’alta statura; le persone piccole possono avere grazia ed eleganza, ma non bellezza”; dall’“alto”, si fa per dire, del mio metro e settanta, ringrazio Aristotele (ma la prendo con filosofia).

Gli uomini sono più idioti delle donne

La reazione ai risultati della ricerca che sto per raccontare sarà di indifferenza da parte degli uomini e di compiacimento da parte delle donne. Perché gli uomini sono più stupidi delle donne, appunto.

recenti_studi_uoministupidi1

L’ennesima condanna dell’uomo, inteso come maschio, viene da un recente studio condotto da tale Lendrem della scuola The King Edward VI in collaborazione con ricercatori della Newcastle University. Una ricerca seria, pubblicata sul British Medical Journal. L’oggetto della ricerca era, in particolare, la propensione a assumersi dei rischi idioti. È stato facile: è bastato passare in rassegna i dati sui vincitori dei Darwin Awards (i premi alle morti più stupide) per capire che gli uomini hanno probabilità nettamente più alta di vincere (dal 1995 al 2014 hanno vinto 282 maschi e solo 28 femmine). Questo non fa altro che confermare la M.I.T., la Male Idiot Theory: i maschi sono più spesso ricoverati in ospedale a seguito di incidenti stupidi.

recenti_studi_uoministupidi3

Nota personale: il fatto che io investa buona parte del mio poco tempo libero per aggiornare questo sito, il profilo Twitter e la relativa pagina Facebook confermerebbe la teoria.

recenti_studi_uoministupidi2

L’unghia sulla lavagna è il rumore più fastidioso?

recenti_studi_unghia_lavagna

La risposta a questa domanda si trova in un libro di Joe Palca e Flora Lichtman: “Fastidio – Cosa ci irrita e perché”. Gli autori spiegano che il fastidio potrebbe avere una base biologica: nel caso specifico lo stridio dell’unghia (o del gesso sulla lavagna) rievocherebbe il grido di allarme di alcuni primati. In generale a darci fastidio, sostengono Palca e Lichtman, sarebbe soprattutto quello che manda all’aria i nostri piani, che genera disordine 
e ci impedisce di concentrarci. Infatti alcuni atleti usano questi trucchetti per disorientare gli avversari.

Un altro studio scientifico, stavolta condotto dai musicologi Michael Oehler, dell’Università Macromedia per la Comunicazione e i Media di Colonia, in Germania, e Christoph Reuter dell’Università di Vienna, ha esaminato altri suoni che generano una reazione simile (per esempio gli scricchiolii del polistirolo o una superficie raschiata da una forchetta). A seguito di un esperimento, dove ad alcuni volontari è stato chiesto di fare una classifica dei suoni più fastidiosi in circolazione (monitorando anche i loro parametri fisici), si è scoperto che i suoni fastidiosi provocano una reazione fisica misurabile, con la conduttività della pelle che cambia in modo significativo. Le frequenze coinvolte nei suoni sgradevoli si trovano all’interno della gamma dei suoni prodotti dalla voce umana, tra 2.000 e 4.000 Hz. La componente psicologica è determinante: se gli ascoltatori sapevano che il suono derivava da un’unghia sulla lavagna, lo giudicavano più sgradevole; se pensavano facesse parte di una composizione musicale contemporanea, meno. Anche se, in entrambi i casi, si è manifestata la risposta di disagio fisico.

L’unghia sulla lavagna è il rumore più sgradevole in circolazione? Pare proprio di no. In una classifica stilata da Trevor Cox, il cosiddetto “raschio delle unghie sulla lavagna” si è classificato solo al sedicesimo posto. Il rumore più sgradevole è risultato quello del vomito, seguito dall’effetto Larsen e dal pianto di un bimbo. In qualità di doppio padre, confermo.