Tutti, osservando le statue classiche, almeno una volta si saranno chiesti perché gli uomini scolpiti erano tutti, come dire…, sottodotati.
Alcuni hanno azzardato una spiegazione. Per esempio Ellen Oredsson del blog How to Talk About Art History spiega che “i valori culturali riguardo la bellezza maschile erano completamente differente allora. Oggi i peni grossi sono visti come un valore, non allora”. La storica Anna Tahinci scrisse nel 2008 un articolo per Sculpture Review dove spiegava che la nudità era rappresentata come ideale di innocenza e purezza. Inoltre negli scritti di Aristotele si trova questa considerazione: un pene piccolo era migliore di uno più grande, in quanto “scientificamente”, nel secondo caso, lo sperma si raffredda, divenendo meno fecondo. I peni degli schiavi erano rappresentati con dimensioni generose per disprezzo. Solo con i romani le statue di divinità potevano avere peni grossi: è il caso di Priapo.
Le proporzioni perfette, insomma, erano riservate ad altri muscoli. Forse anche per aumentare l’autostima degli osservatori maschi (ed evitare la sindrome da spogliatoio).