Non fatevi la doccia tutti i giorni!

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A detta del Dr. Joshua Zeichner, professore di dermatologia al Mount Sinai Hospital di New York, non c’è un numero giusto di docce da farsi. Quel che percepiamo come odore del corpo dipende da fenomeni culturali.

Sicuro è che lavarsi troppo fa male. A detta dello stesso Zeichner, l’acqua calda della doccia, alla lunga, può seccare e irritare la pelle, spazzando via anche i batteri positivi, fino a causare infezioni. Lo studioso suggerisce di fare una doccia ogni due giorni, ma di lavarsi comunque quotidianamente in punti cruciali: viso, ascelle, genitali, sedere e piedi. Ultima curiosità: creme idratanti e prodotti “skin care” utilizzati per reidratare il corpo contribuiscono, in realtà, a sporcare più velocemente la cute. Anche i capelli andrebbero lavati senza shampoo o prodotti chimici.

Sarà, ma se vi fate la doccia un giorno sì e uno no, incontriamoci nel giorno sì.

Gli asciugamani ad aria sparano i germi a tre metri

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Gli asciugamani ad aria, che spesso si trovano nei bagni dei locali pubblici, sono molto comodi. E, si pensava fino a oggi, anche più igienici. Invece, secondo un recente studio pubblicato da Journal of Applied Microbiology l’asciugamani diffonde nell’aria più germi dei suoi predecessori. Per la precisione: 60 volte in più dei normali asciugamani elettrici e 1.300 volte in più della carta. Fino a tre metri di distanza.

Stewart Brand disse: “Se non ti piacciono i batteri, sei sul pianeta sbagliato”.

Cibo in terra: la regola dei tre secondi

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Quante volte ci è capitato di raccogliere del cibo appena caduto e chiederci se si potesse mangiare o non restasse che imprecare e buttare? A quanto pare molti si affidavano alla regola (non scritta?) dei tre secondi: se il cibo veniva raccolto in quel lasso di tempo, era ancora commestibile. Roba al limite della superstizione.

Qualcuno al Manchester Metropolitan University, come riporta un articolo del Daily Mail, si è preso la briga di far cadere del cibo per tre, cinque e dieci secondi. E di analizzarlo. Il risultato è che quello lasciato in terra per meno di tre secondi non presentava problemi di batteri, soprattutto se salato o contenente zuccheri.  

Tutto bene, quindi? Decisamente no: Paul Dawson ribattezzò la regola degli “zero secondi”: dimostrò che il batterio della salmonella riesce a trasferirsi sul cibo in meno di un secondo.

L’unica regola generale è che il cibo dovrebbe finire nel gargarozzo. Non per terra.