È successo a tutti, in tutte le scuole: quando si studia il Vate, D’Annunzio, c’è sempre qualcuno che tira fuori la leggenda metropolitana delle due ossa asportate dal torace per praticare l’autofellatio.
Recenti studi storici hanno dimostrato che questo non avvenne. Per due motivi. Primo perché, dal punto di vista medico, l’asportazione delle costole non consente l’auto-erotismo; anzi, potrebbe rivelarsi pericoloso per cuore e polmoni, protetti dalla cassa toracica. In ogni caso nessun medico, per quanto compiacente, avrebbe mai accettato di farlo.
Secondo, come riporta anche Focus, nessuna biografia di Gabriele D’Annunzio (tanto meno la migliore che ho letto, quella di Giordano Bruno Guerri) conferma questo bizzarro dettaglio.
Perché allora nacque questa leggenda? Semplice: era credibile il fatto che un personaggio noto per l’intensa attività erotica e per l’esaltazione letteraria del piacere sessuale si spingesse a tanto.
Lo stesso Vate disse: “Il falso e il vero son foglie alterne d’un ramoscello: il savio non discerne l’una dall’altra, l’un dall’altro lato”.