Ne “I miei primi 40 anni”, libro e film, la protagonista non si ammazzava certo di lavoro. Dovremmo fare tutti così. Un recente studio scientifico australiano, svolto presso l’Università di Melbourne, che ha coinvolto 3.000 uomini e 3.500 donne, ha mostrato che le persone che lavorano 25 ore a settimana ottengono migliori risultati nei test cognitivi, a differenza di chi lavorava 55 ore a settimana. Peggio ancora: chi lavora troppo ottiene risultati peggiori rispetto a pensionati e disoccupati. Del resto, se in alcuni casi il lavoro può stimolare l’attività cerebrale, dall’altro porta stress e stanchezza.
Aristotele c’aveva visto giusto, tempo fa: “Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”.