Perché ci piace sniffare i libri?

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I bibliofili che fanno del libro un feticcio o i luddisti che disdegnano gli eBook affermano di amare l’odore dei libri. Da cosa deriva questo caratteristico aroma? Bisogna distinguere i libri nuovi dai vecchi.

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Nei libri nuovi l’odore è ovviamente attribuito alla carta, agli inchiostri e agli elementi utilizzati nel processo di rilegatura. Per quelli vecchi, invece, il discorso cambia e le cose si fanno più complicate. Recenti studi chimici hanno rilevato che nella carta si riscontrano maggiori quantità di cellulosa e lignina rispetto a quella dei libri nuovi. Tecnicamente il processo di idrolisi chimica conferisce alle pagine un odore che dovrebbe somigliare a erba e vaniglia. Questo perché le due sostanze principali, col passare degli anni, si degradano, facendo ingiallire la carta e rilasciando composti organici. Dozzine di differenti agenti, rilasciati dalla carta e dalla colla nel tempo sono i responsabili del caratteristico odore dei vecchi libri. C’è anche chi sostiene che, come nei vini, nei libri di una certa età circolano profumi di vanillina, mandorle, effluvi dolci e altri vagamente floreali.

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Infine segnalo che l’azienda moldava DuroSport Electronics Corporation ha reallizzato lo Smell of Books, uno spray che sa di libro da applicare al lettore di eBook. Lo spray è disponibile in diverse fragranze. La domanda è: che odore applicare a un libro di merda?

I bambini che crescono in una casa piena di libri guadagneranno di più

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I bambini che crescono in una casa piena di libri guadagneranno di più, una volta inseriti nel mondo del lavoro: questo il risultato di un recente studio pubblicato da Economic Journal.
La ricerca, italiana (Università di Padova), si è basata su 6.000 soggetti di nove paesi europei, nati a metà XX secolo, divisi in diverse categorie a seconda del numero di volumi che avevano in casa: meno di 10 libri, una mensola di libri, una libreria fino a 100 titoli, due o più librerie.
I ricercatori Giorgio Brunello, Guglielmo Weber e Christoph Weiss hanno poi stimato l’effetto dell’istruzione sui guadagni. Chi era cresciuto in case con pochi libri ha fatto registrare solo il 5% di guadagno in più per ogni anno di istruzione extra. Chi aveva più libri, +21% per ogni anno di istruzione in più.
Certamente i libri possono incoraggiare a impegnarsi di più a scuola, ma forse l’indicatore da considerare è che se una casa è piena di libri, la condizione socio-economica dei genitori è medio-alta. Si parla quindi, ancora, di immobilità sociale. Ecco come una buona notizia può diventare negativa.

Leggere fa bene al cervello

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Il tuo professore delle superiori aveva ragione: leggere fa bene. Un (quasi) recente studio ha indagato su come reagisce il cervello alla lettura, nello specifico è stata fatta una risonanza magnetica a dei volontari che leggevano Jane Austin. Per curiosità, il romanzo era Mansfield Park.

Il risultato? La lettura, che fosse per piacere o analitica (a scopo di studio), portava un maggior flusso di sangue al cervello, con effetti benefici. Nel dettaglio  oltre alle aree legate al piacere, si attivavano anche quelle coinvolte nell’emozione e nell’immaginazione. Il tutto solo con la parola scritta.

Proprio Jane Austin disse: Una metà del mondo non riesce a capire i piaceri dell’altra metà. Forse parlava di lettori e non lettori.

Se leggi sei più felice (e t’incazzi di meno)

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Anche se pochi leggono (nel 2014 il 58,6% degli italiani non ha nemmeno sfiorato un libro), i libri danno la felicità. Questa l’evidenza di un recente studio chiamato opportunamente “La felicità di leggere“, commissionato da GeMS (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) in occasione del decimo compleanno e realizzato da Cesmer (Centro di studi su mercati e relazioni industriali dell’Università di Roma Tre).

Per farla breve, la ricerca, anche usando tre scale differenti (scala di Veenhoven, scala di Cantril e scala di Diener e Biswas-Diener), ha dato sempre lo stesso esito: chi legge è più felice, prova una gamma più ampia di sensazioni positive e minore di sensazioni negative e riesce a contenere la rabbia con più efficacia.

La ricerca ha individuato anche un graduatoria delle attività più importanti del tempo libero:

  1. esercizio fisico e sport
  2. ascolto della musica
  3. attività culturali (mostre, teatro, concerti…)
  4. lettura
  5. informazione attraverso giornali o siti news
  6. videogame
  7. andare al cinema
  8. navigare in rete
  9. stare sui social media
  10. guardare la televisione

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Mi piace l’idea di chiudere con un frase del compianto Umberto Eco: Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”.