Come ho scritto nel mio “Non mi piace. Il contromanuale di Facebook” (scusate l’autocitazione), F.O.M.O. non è il nome di un cibo biologico o di un lottatore giapponese. È una sindrome: la paura di perdersi qualcosa (fear of missing out), di essere tagliati fuori. Si concretizza nel pensiero costante che gli altri stiano facendo qualcosa di più interessante di quello che stiamo facendo noi: tutti si divertono alla grande, noi ci annoiamo; tutti hanno partecipato alla festa dell’anno, mentre noi eravamo a casa davanti alla tivvù. Il fatto che gli altri pensino lo stesso è irrilevante.
Anche se è sempre esistita, la sindrome viene ora amplificata dai social network: temiamo che su Facebook stiano facendo qualcosa di estremamente interessante, e non possiamo certo perderlo. I livelli di FOMO, come rilavano recenti studi scientifici, sono più alti nelle persone giovani e in particolare negli individui di sesso maschile. Come i brufoli, in pratica.