Da quanto tempo ci raccontano la storia del cavallo di Troia? Beh, il cavallo di Troia non era un cavallo, meno male che almeno Troia era Troia: lo sappiamo grazie alla scoperta del celebre archeologo Heinrich Schliemann. Ma torniamo al cavallo, che in realtà era una nave.
Facciamo un passo indietro. Recenti studi archeologici di Francesco Tiboni, ricercatore dell’Università di Aix-en-Provence e Marsiglia e archeologo navale, pubblicati sulla rivista “Archeologia Viva”, dimostrano che la leggendaria macchina da guerra usata dai greci per espugnare Troia non era un cavallo di legno bensì una nave di tipo fenicio con la polena a testa di cavallo chiamata “hippos”. L’inganno, sottolinea Tiboni, sarebbe più credibile, meno surreale.
In pratica stiamo parlando di un clamoroso errore di traduzione, come già capitato per la celebre frase biblica “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio” (Matteo 19,24): in realtà si parlava non di una cruna ma di una porta di Gerusalemme.
Del resto, come disse Lucilla Masini, “Chi cerca Troia (Ulisse)”.